Assemblea Nazionale di Italia al Centro
Sabato 9 Luglio si è tenuta a Roma l’Assemblea Nazionale di Italia al Centro, il nuovo movimento di Toti che sta cercando di creare il cosiddetto terzo polo. Al convegno ha anche assistito una delegazione astigiana, composta da Luca Quaglia, coordinatore provinciale di Italia al Centro, Silvio Tealdi, sindaco di Ferrere, Stefano Zunino, portavoce di Asti al Centro, e lo scrivente, Edoardo Orta, ex candidato consigliere.
La delegazione ha assistito alla scommessa su cui punta molto il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti. Grazie a questo evento, si è dimostrato non essere il solo: hanno presenziato anche altri nomi importanti – fra cui Calenda, Mastella, Quagliarello e Rosato – dando sempre maggiore rilevanza all’evento. Perfino l’ormai semi-pensionato Berlusconi, il giorno antecedente, riconosceva la potenza del Centro con quest’affermazione in chiaro antagonismo a Toti: “Il centro sono io”. L’état c’est moi, diceva Luigi XIV.
Il Centro che nasce da quest’assemblea inizia a delinearsi: vuole essere un centro forte con le idee chiare. Un Centro progressista, riformista, atlantista, europeista, filoucraino, liberale e democratico, basato sulla libertà individuale e sul senso del dovere. Non è il centro dei molli. È il Centro di chi crede ancora nella politica del fare e del poter cambiare le cose attraverso la Repubblica. Secondo i sondaggi, una percentuale tra il 14 e 18 % rispecchia gli italiani che si definiscono “di Centro”.
Sono tempi che cambiano, il populismo non ha dato i suoi frutti, o meglio li ha dati, e abbiamo visto che erano marci. L’Italia per me non è il Paese degli estremismi, lo ha dimostrato la grande balena bianca che ha governato per 50 anni ma anche ad oggi non ci sono mai stati i partiti radicali a governare. Berlusconi dal ”94 era l’espressione di una destra liberale, o così voleva essere. I Cinque Stelle delle scorse elezioni avevano alcune idee radicali, ma hanno vinto per la protesta e perché alla fine non erano di sicuro né di Sinistra, né di Destra, lo dicevano essi stessi. Concetti superati. Lo stesso PD si pone a Sinistra sulla scacchiera parlamentare… Ma lo è davvero? Molti se lo chiedono.
Non esiste Destra o Sinistra per Toti. Esiste il buon politico e il buon amministratore. Molti i sindaci presenti all’Assemblea, primo fra tutti Bucci, sindaco rieletto di Genova. La politica nasce per servire il cittadino tramite la cosa pubblica, per quello si punta molto sulla salute e sul lavoro, temi molto caldi per questo movimento. “Negli scorsi cinque anni di mandato ho ricevuto più di duemila cittadini in comune e, di questi, la gran parte mi chiedeva di lavorare”, lo diceva anche Rasero che, supportato da Asti al Centro, mette in rilievo il tema del lavoro su altri, grazie soprattutto agli accordi per il Retroporto di Genova.
Tre grandi sì sono già stati definiti:
- Sì all’ambiente che deve essere al centro di un’ottica futura. Il punto su cui bisogna soffermarsi è il progresso sostenibile; quindi, ambiente vuol dire anche opere e infrastrutture e non stantio conservatorismo.
- Sì allo ius scholae, perché un ragazzo integrato nel sistema scolastico e nella società deve avere accesso alla cittadinanza e perché – diciamocelo – se desse due colpi a una palla, quello stesso ragazzo otterrebbe senza problemi la cittadinanza per meriti sportivi in tempo zero.
- Sì per la parità di genere. Bisogna rafforzare le politiche di tutela della donna sul mercato del lavoro perché, ad oggi, restano gravi gender-gap.
“Che la politica torni a fare la politica”, dice Mastella durante il convegno. Me lo auguro. Che il tempo di politicanti da social media e strilloni sia finito e che si possa tornare a una buona politica. Una politica che vuole fare.
Edoardo Orta